con Raffaella Giordano
08 > 12 Ottobre 2012
compagnia tardito/rendina / Torino
La mia funzione‚ nel tempo di un seminario‚ non può essere dimostrativa di un modo di danzare‚ ma credo invece che debba creare stimoli utili al processo di formazione del danzatore‚ che lo possano sensibilizzare verso una consapevolezza di base‚ per poi poter affrontare con sensibilità le infinite forme danzanti.
Lavoro sulla qualità dell’attenzione‚ sul riscoprire la realtà di un atto. Come comprendere la vita intrinseca al “movimento”‚ ciò che lo sostiene e lo permette.
La semplicità di poter agire senza scartare la propria sensibilità‚ allontanandosi così da ciò che si sta attuando.
Educarsi ad “assumere” un’azione nella sua totalità‚ ritrovando il senso di unione‚ di piena attenzione.
Il danzatore è chiamato ad una responsabilitè‚ è esposto al rischio di perdere di vista l’idea di sé‚ concedendosi al tempo e all’errore‚ riattivando il dialogo costruttivo tra abilità e limite assunti come valore. Nel tempo di improvvisazione‚ su un piano più personale si pone il danzatore di fronte alla sua possibilità di ascoltare‚ intraprendere‚ reagire‚ di “aprire” e rendersi disponibile a fare esperienza‚ mettendo in gioco i propri desideri‚ le proprie difficoltà.
Non sempre le parole si trovano esaurienti per indicare la strada e allora l’esempio concreto e l’esperienza di ognuno diventano i propri maestri.
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Esperimenti di libertà